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L’altro giorno, durante una degustazione a Treviso, dal pubblico ricevo una domanda. “Scusami, ma il vostro cognome è Fiegl o Figelj?”
Al termine della mia risposta l’appassionato mi fa: “potresti scrivere un post, così in molti potranno leggere una storia incredibile.”
Ed eccomi qua, a scrivere questo articolo storico-famigliare.

Iniziamo nel lontano 1782. In quell’anno Valentin Fiegl acquistò a Oslavia la prima vigna, chiamata Meja. Valentin arrivò a Oslavia un paio di anni prima, proveniente da Trieste, dove si trasferì durante il regno di Maria Teresa. Valentin era originario di Tuln, paese a 30 km da Vienna. Arrivato a Oslavia si dedicò all’agricoltura. Professione che la famiglia tramandò fino a oggi.
Nel 1914 ad Oslavia ci fu l’ultima vendemmia. Fatta da donne, in quanto gli uomini ad agosto partirono per il fronte in Galizia. Nel maggio del 1915, la guerra arrivò a Oslavia. Dopo due anni e mezzo di sanguinose battaglie, il paesaggio era una landa desolata.

Oslavia nel 1917Pian piano gli oslaviani si rimboccarono le maniche. Ricostruirono il villaggio, tranne la chiesa. Oslavia passò sotto la parrocchia di Piuma. Non facendo più parte dell’Impero Asburgico, Oslavia si trovò improvvisamente senza un mercato per le primizie che si coltivavano. Da terroni diventammo polentoni…
Per fortuna la provvidenza diede un segno. Leggenda narra che in quella distruzione, germogliò solamente un tralcio di vite. Quel tralcio era di Ribolla Gialla. Con lungimiranza si scelse di abbandonare la coltivazione di frutta e verdura e di puntare tutto sulla vite.
Ribolla gialla

Il dopoguerra era travagliato in tutta Italia. D’Annunzio parlò di vittoria mutilata, i disordini erano all’ordine del giorno. Naquero le prime squadre fasciste. Nelle nostre zone gli eventi precipitarono rapidamente. L’odio verso la popolazione slovena iniziò a manifestarsi. Come famiglia, apparteniamo da sempre con orgoglio alla minoranza slovena presente in Italia.
Nel 1920 venne bruciato a Trieste il Narodni Dom, centro polifunzionale sloveno. Nel 1923 il Regio Decreto 2185 articolo 17, promulgò il divieto di insegnamento della lingua slovena nelle scuole, fino ad arrivare al 1937 con l’omicidio di Lojze Bratuž a Gorizia. Giusto per ricordare, Mussolini promulgò le leggi razziali a Trieste il 18 settembre del 1938. Curiosità, due giorni dopo, venne a Oslavia a inaugurare l’Ossario.
In questa atmosfera bollente, nel 1921 ad Anton Fiegl e Dorotea Graunar nacque la primogenita Valeria. Subito dopo nel ’22 nacque Antonio. Il prete della parrocchia di Piuma registrò le nascite.  Per “slovenizzare” il territorio cambiò il cognome in Figelj. Cognome originario delle Goriška Brda, e significa coltivatore di fichi (fico è figa in sloveno).

Albero di fico

Nel 1927 nacque Ladislao. Il fascismo era molto più forte, dunque il prete lo registrò come Ladislao Fiegl. Anche alle sorelle successive, Savina, Anica e Dorotea il cognome non fu cambiato.
La famiglia si trovò in una strana situazione. Papà, mamma e alcuni figli avevano il cognome tedesco Fiegl, mentre ai 2 primogeniti, il cognome fu cambiato in Figelj.
Antonio Figelj era mio nonno, papà di Rinaldo, Giuseppe e Alessio. Di conseguenza tutti di cognome facciamo Figelj. Quando i 3 fratelli Rinaldo, Giuseppe e Alessio nel 1992 dovettero scegliere il nome del brand aziendale, andarono a scegliere il loro cognome originale. Fiegl per l’appunto.
Una storia buffa, all’interno della quale sono racchiuse le sofferenze patite da queste terre.

Albero genealogico Fiegl

ps.L’indirizzo della nostra cantina è località Lenzuolo Bianco 1. In questo post ti racconto la storia che c’è dietro a questo strano toponimo.

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