Cinghiali VS Viticoltori
L’invaiatura è il momento fenologico in cui l’uva inizia la sua strada verso la maturità. Come tutte le fasi in un vigneto, è fondamentale per avere una elevata qualità. Spesso coincide (per fortuna) con il periodo più siccitoso dell’estate. Purtroppo questo da una quindicina di anni favorisce l’assalto dei vigneti da parte dei cinghiali.
La devastazione dei vigneti è cominciata prima rispetto ad altri anni e in modo molto più “violento”. L’unico mezzo di difesa per noi viticoltori è dato dalle recinzioni rimovibili. Nel corso degli ad Oslavia siamo diventati dei esperti in materia.
Un po’ di storia
Agli albori le recinzioni erano costituite da reti in plastica delle più svariate tipologie. Si andava dalla rete usata in orticoltura per le piante rampicanti fino alle reti antigrandine. In pratica in vigneti venivano avvolti in queste reti. Il risultato iniziale fu abbastanza soddisfacente, ma ben presto gli animali si abituarono alle rete e iniziarono a distruggerle.
Reti metalliche
Lo step successivo furono le reti metalliche usate in zootecnia, per delimitare i recinti di capre, vacche e altri animali. Iniziò così un lavoro certosino, faticoso, ma si sperò anche efficace. Bisogna capire che i cinghiali come gran parte degli animali selvatici, hanno una capacità di adattamento sublime. Fatta l’esperienza sufficiente, gli ungulati capirono come scardinare le reti metalliche. Tanto lavoro per nulla.
Recinti elettrificati
Contemporaneamente osservando il comportamento delle vacche e dei cavalli, iniziò la diffusione dei recinti elettrificati. Venivano disposti chilometri di cavi in ferro intorno ai vigneti, collegati agli trasformatori acquistati per l’occasione. I risultati furono subito buoni, però la Manuntenzione di queste opere di ingegneria era ed è tuttora elevata. Non deve esserci quasi nemmeno un filo di erba al di sotto dei cavi, in quanto questo comporta lo “scarico” a terra degli impulsi elettrici. Ben presto i cinghiali però trovarono il modo di far scaricare la corrente nel terreno facendo cadere i fili dai propri sostegni fissati ai pali di legno. Ormai era una guerra quotidiana fra il viticoltore e gli ungulati. Si passò da due e tre fili di ferro, e nei casi eccezionali anche a quattro cavi, con risultati non sempre sufficienti.
E arriviamo ai giorni nostri.. Ormai Oslavia sembra Guantanamo, gli ettari recintati si aggirano sui 100. In pratica quasi tutta la superficie coltivata a vite è recintata. I recinti hanno fatto un salto di qualità incredibile negli ultimi tre anni.
Rete elettrosaldata
È iniziata la diffusione della rete elettrosaldata, in pratica quella rete che si usa in edilizia. La rete elettrosaldata è abbinata al recinto elettrico, e alla rete a maglie metalliche per garantire una protezione ancora maggiore.
Bisogna ricordarsi che tutti i recinti sono mobili, cioè si montano al l’invaiatura dell’uva e si tolgono dopo la vendemmia. Per quel che riguarda i nostri vigneti ciò comporta un’aggiunta di una ventina di giornate lavorative, con tutti i problemi annessi e connessi. Almeno per il momento i risultati sono molto buoni, vedremo il futuro cosa ci riserva.